Nuvole, vento e freddo senza fotografare
- Fabiosky Sabaudo
- 5 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 mar
Courmayeur, 01 marzo 2025
Oggi sono salito su a Entreves con la navetta per poi raggiungere la partenza della Skyway attraversando la frazione a piedi. Giusto in tempo per fare colazione al bar della funivia, quindi per salire con la prima corsa delle 8:30. Il tempo promette bene per le fotografie, il cielo è nuvoloso ma si intravedono delle timide schiarite verso est. Nell'attesa, decido quindi di caricare entrambi i dorsi della mia Hasselblad con pellicole Kodak Tri-X; meglio farlo al caldo del bar piuttosto che nel bel mezzo del ghiacciaio.
La cabina è carica di alpinisti con attrezzature che lasciano presagire imprese degne di nota. I turisti in cerca di viste mozzafiato, invece, a differenza del solito oggi si contano sulle dita di una mano. Io ascolto i vari discorsi in silenzio, cercando di carpire le diverse destinazioni di giornata. Come spesso mi capita su quella imponente cabina che continua a girare lentamente su se stessa , non posso fare a meno di domandami cosa possano pensare del mio grosso zaino con un carico di 14 chilogrammi, nulla a che a vedere con l'equipaggiamento tecnico tipico delle alte quote. Oltretutto, il mio ingombrante treppiede ancorato alla bell'e meglio non passa inosservato.
Lungo la scalinata che conduce al ghiacciaio cerco di prendere confidenza con la quota, concentrandomi sulla respirazione. Calzo gli sci, chiudo gli scarponi e mi dirigo al Col des Flambeaux. La vista sul Glacier du Géant, come al solito, è d'ineguagliabile appagamento. Mi dirigo a sinistra in direzione del Cirque Maudit e inizio la discesa verso la zona crepacciata a ridosso del Grand Capucin. La neve è fantastica e sciare è puro piacere. Raggiungo due alpinisti al cambio di assetto. "Fail la Vallée Blanche?", mi chiede uno di loro. "No, vado su vero L'Aiguille du Midì. E voi, dove andate?". "Andiamo a fare il Supercoluir". Ci presentiamo, lui è Thomas Wuits, un ragazzo belga molto socievole e, da quanto appuro sulla sua pagina social, anche molto dotato.
Mi tolgo il guscio anti vento e inizio la mia salita solitaria. Cerco di non pensare al peso che ho sulle spalle, imponendomi un ritmo tranquillo che non mi faccia crescere troppo il respiro. Davanti a me vedo una zona al sole a ridosso del Col du Gros Rognon e continuo a salire. ll ventosi fa sempre più insistente e incomincio a sentire freddo alle dite delle mani. Finalmente arrivo al Refuge des Cosmiques e mi fermo cercando qualche scorcio interessante. Sono le 10:30. Il Mont Blanc du Tacul è coperto dalle nuvole ma decido di prendermi ancora del tempo nella speranza che vi sia una schiarita.
Girandomi verso il Col des Flambeaux, noto che le condizioni meteo sono peggiorate ulteriormente. Della salita che dovrei affrontare per tornare alla Skyway, non vedo nulla. Sono indeciso sul da farsi. L'istinto, unito al rammarico di non aver ancora utilizzato la camera fotografica, mi suggerisce di scendere lungo la Vallée Blanche in direzione della seraccata sotto il Refuge du Requin. Da li, in base al meteo, valuterò se risalire verso l'Italia o se scendere ancora fino alla cabinovia che porta a Montenvers.
Doipo 8 ore, alle 15:30 salgo sul pullman diretto a Corurmayer. Non ho mai tirato fuori dallo zaino la mia Hasselblad.
Comments